LA METODOLOGIA DI KRAMER IN FLORITERAPIA
Aggiornamento: 24 feb
Tra le applicazioni che si rifanno aiTra le applicazioni che si rifanno ai principi transpersonali dei Fiori di Bach spicca la metodologia del naturopata tedesco Dietmar Krämer (1957): egli ha elaborato un proprio metodo diagnostico mettendo a punto un sistema basato sulla mappatura del corpo in zone cutanee precise, codificate sui concetti di meridiani dell'agopuntura e della medicina tradizionale cinese.
principi transpersonali dei Fiori di Bach spicca la metodologia del naturopata tedesco Dietmar Krämer (1957): egli ha elaborato un proprio metodo diagnostico mettendo a punto un sistema basato sulla mappatura del corpo in zone cutanee precise, codificate sui concetti di meridiani dell'agopuntura e della medicina tradizionale cinese.

Sostanzialmente ad ogni zona del corpo umano mappata corrisponde un fiore in grado di curarla, sono dunque zone riflesse dei fiori: i punti riflessi sono aree in cui la conducibilità della cute è superiore ad altre zone, e possono essere stimolati con la riflessologia, la moxa, la digitopressione o l'agopuntura. Trattando queste zone con i fiori adeguati è possibile potenziare i loro effetti su organi o apparati ad esse collegati, tenendo però sempre bene a mente che la terapia floreale non deve in nessun caso sostituire eventuali terapie prescritte da personale medico specializzato.
L'innovazione della metodologia terapeutica di Krämer consta di due aspetti principali: il primo l'applicazione cutanea topica dei fiori, del tutto inedita; il secondo la Ripartizione dei Fiori di Bach in due gruppi: "esteriori ed interiori", il primo propedeutico al secondo. Krämer infatti considera che gli stati d'animo negativi da affrontare e curare per primi sono quelli che sorgono come reazione ad influenze esterne (traumi, delusioni, incapacità a superare le difficoltà ecc): per curare tali stati d'animo ci si rivolge in un primo momento ai Fiori Esteriori.
Solo attraverso questo passaggio indispensabile si può poi procedere a curare gli stati d'animo più profondi per i quali ci si rivolge ai Fiori interiori, che caratterizzano i diversi problemi psicologici.
Il primo Fiore, definito di comunicazione, rappresenta il nostro carattere originario e quindi il modo in cui interagiamo con il mondo
Il secondo Fiore della Triade è detto di compensazione, e si evidenzia quando la persona non è stata in grado di trovare una soluzione alle situazioni che si sono presentate col primo Fiore, serve dunque a compensare gli squilibri generati dall'incomprensione del primo Fiore.
Il terzo Fiore della triade infine è detto di decompensazione, e corrisponde alla manifestazione di un blocco finale dal quale non si riesce ad uscire, passando alla somatizzazione del disturbo che passa così dal piano psicologico-emotivo al piano fisico.
L'associazione in Triadi dei Fiori si pone come obiettivo quello di ri-armonizzare gli aspetti in squilibrio approcciandoli su diversi livelli, procedendo con ordine e permettendo così alla persona o al terapeuta di semplificare situazioni emotive complesse in cui risulta difficile distinguere i rapporti di causa- effetto e di conseguenza risalire all'origine della sofferenza.

I risultati dell'applicazione di tale metodologia sono davvero sorprendenti poiché si rifanno al principio di semplicità tanto caro al Dottor Edward Bach, a cui tutto il suo sistema terapeutico è ispirato e che riflette l'intrinseca consustanzialità di uomo e natura, permettendo a quest'ultima, alla sua frequenza vibratoria elevata, di apportare guarigione ristabilendo il nostro equilibrio e permettendoci di elevare la nostra vibrazione.