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Rebozo: La Chiusura come pratica di guarigione dal Mesoamerica all’Italia

Aggiornamento: 27 ott 2022

Il Cierre con Rebozo è una chiusura corporea a livello fisico, emozionale, sociale e spirituale.


La pratica si compone come un percorso curativo a 4 livelli, è molto importante elaborare questi ultimi, in quanto è il modo per evidenziare tutti i benefici che la pratica apporta, ricordando infatti che questa pratica non è riportata sui libri di storia e rimane tramandata oralmente tra le parteras (ostetriche tradizionali).


Il cierre si trasforma in una lente di ingrandimento su un processo permettendo di dare valore all’esperienza di molte donne che l’hanno vissuto come pratica curativa.

I dati ricavati sono frutto dei racconti delle donne che hanno vissuto tale esperienza e delle parteras (ostetriche tradizionali) che l’hanno eseguita. Tale esperienza non è classificabile attraverso dati statistici, ma è a suo modo sempre diversa e profondamente soggettiva; ho cercato qui di dare un ordine all’esperienza, definendo una linea d’indagine attraverso le parole delle mie interlocutrici[1].


Rebozo

Nel primo livello, quello fisico, il cierre con rebozo ha lo scopo di radicare la donna dopo la grande apertura avvenuta nel parto, ricomponendo gli organi che si erano spostati durante quest’ultimo. Quest’atto di chiudere il corpo viene compiuto attraverso il rebozo, un telo di cotone naturale tessuto a mano dalle donne delle comunità, che permette di chiudere il corpo dopo l’apertura e il caos che si erano creati durante il parto. L’esito finale si concretizza in una forma di re-connessione tra la mente e il corpo della neomamma che permette un maggiore radicamento, spezzando la dualità.


A livello fisico, inoltre, il corpo viene sigillato con il rebozo, il sentirsi racchiusi nel tessuto dà una sensazione di contenimento, calore, rifugio e sicurezza che associato al movimento ritmico portano a un profondo rilassamento e radicamento. Una delle mie testimoni Lucia, la quale ha vissuto un primo parto e un secondo parto in casa, afferma: “E’ stata una chiusura simbolica e fisica di due momenti, il primo momento è stato il primo parto, dove mi avevano lasciata aperta con tutti i miei dolori e il secondo momento è stato quest’ultimo parto. Per me ha significato il ritorno all’ordine del mio corpo e la chiusura vera di una sofferenza profonda che è stata il mio primo parto”.


Allo stesso tempo ha lo scopo di delineare lo spazio dei confini corporei materni, che vengono definiti nello spazio del corpo che ha preso coscienza del proprio essere madre e donna allo stesso tempo.


Il cierre con rebozo si presenta quindi come un momento di sigillo e chiusura dei confini individuali, per passare a quelli che sono i confini sociali, di madre e di donna.

A livello sociale la neo-mamma riprende in mano il suo ruolo e ritorna alla vita nella sua comunità d’appartenenza, scandendo la fine di questo periodo di separazione.


Rebozo dopo il parto

Possiamo intenderlo in questo senso come un rito di passaggio (Van Gennep, 1909) che permette alla donna di riacquistare la sua posizione nel mondo.


Il terzo livello è quello emozionale dove si compie il percorso catartico connettendosi con la bambina interiore, che vive in ogni donna. A livello più sottile, questa pratica può portare a vedere le proprie ferite e la propria vulnerabilità di figlia prima che di madre.


Nelle parole di Audrey, una delle mie testimoni che ha subito un abbandono da parte della madre, dice: “Il cierre mi ha dato la forza di vedermi allo specchio, di vedere quella bambina e di piangerla, quel pianto mi ha permesso di lasciarla andare e di lasciare andare anche tutti i suoi dolori. Mia madre non avrebbe potuto che fare così”.


L’ultimo livello è quello spirituale, dove il cierre rappresenta il continuum tra la bambina interiore che vive in noi e la mamma che si diventata. A livello profondo molte donne si sono sentite legate a un lignaggio femminile antico, dove il lignaggio antico rappresenta la sorellanza femminile. Il Rebozo stesso viene spesso decritto dalla partera Angelina Martinez come “l’estensione delle braccia della mamma” e rappresenta il legame con il passato e di tutte le donne della tua famiglia. Nelle parole della mia ultima testimone, Linda, che ha partorito con parto cesareo il primo figlio decidendo poi di partorire con parto naturale il secondo figlio, definisce così la pratica del cierre: “ E’ un momento di chiusura profonda dove senti la forza di tutto il lignaggio femminile che è venuto prima di te e che ti accompagna e ti dice “tu puoi”.


[1] Testimonianze ricavate durante le conversazioni con le mie testimoni tra febbraio e marzo 2017, Cuernavaca, Morelos



Tutto il materiale è a cura di Mayab Academy ed Ester Botteri. Vietata la riproduzione senza il consenso dell’autrice






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